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6 modi per riconoscere un vero professionista della nutrizione

nutritionist

E' arrivata l'estate, e con lei un fiorire di informazioni su portali, riviste, volantini, su un unico argomento: il perdere peso prima di andare in vacanza. Al giorno d’oggi tutti sembrano essere diventati esperti di alimentazione e si fa fatica a districarsi nel mare di informazioni, dalle quali siamo costantemente bombardati da ogni lato. Che si tratti di diete last-minute su riviste settimanali, consigli su siti web, piani alimentari da persone generiche, dico: bisogna prestare attenzione con chi ci si rapporta.

In Italia, sono solo due le figure che possono elaborare regimi alimentari in piena autonomia. Parlo del Medico e del Biologo. Controllate quindi sempre che abbiano la laurea e che siano iscritti ai rispettivi albi. E' semplice e alla portata di tutti, basta effettuare una ricerca sui siti degli Ordini Professionali. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, anche questo non è sempre sinonimo di garanzia. Di seguito riporto le caratteristiche che un buon Nutrizionista dovrebbe avere, e che, a mio avviso, è sinonimo di professionalità e competenza.

1)  Non dovrebbe promettere una perdita importante di peso in un breve periodo di tempo. Dovrebbe piuttosto stabilire con voi una tabella di marcia, che sia quanto più conforme ad uno stile di vita sano equilibrato sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico.

2) Non dovrebbe prescrivere farmaci (il Biologo NON può) o pasti sostitutivi che facciano perdere drasticamente peso.  Salvo alcune rarissime occasioni, solo controllando la propria alimentazione si può arrivare al risultato desiderato. E' inimmaginabile infatti che si possa avere questo stile di vita per sempre: quando si tornerà a mangiare, si riprenderanno tutti i kg persi, e con gli interessi.

3)  Non dovrebbe elaborare diete del tipo “dieta dell'anguria” o “dieta della frutta e della verdura verde”. Tutti i nutrienti, che siano carboidrati, grassi e proteine devono essere presenti nel giusto rapporto tutti i giorni a seconda del caso. Diffidate anche di chi prescrive diete appartenenti ad una precisa corrente. La dieta deve essere varia, completa e sostenibile.

4)  Non dovrebbe spingervi ad effettuare costosi test di intolleranze alimentari, fuorchè quelle al lattosio e al glutine. Ad oggi, sono le uniche due intolleranze la cui presenza può essere scientificamente provata con metodiche standard e ripetibili. Ricordo inoltre che le intolleranze non fanno ingrassare: piuttosto fanno stare molto male le persone che ne soffrono, quindi diffidate di chi attibuisce l’aumento di grasso a intolleranze generiche.

5)  Non dovrebbe consegnarvi la dieta il giorno della prima visita. Si tratterebbe di un modello pre-stampato che va bene per tutti. Diversamente, ogni piano alimentare deve essere strutturato ad hoc per ogni singola persona che si rivolge al Nutrizionista. Uno studio attento e preciso richiede il suo tempo, ma d'altronde la scrupolosità della visita compensa l'attesa.

6)  Non dovrebbe promettervi che la dieta risolve ogni problema. Bisogna cambiare stile di vita, e quindi introdurre nella propria quotidianità l'attività fisica. Se si è convinti nel cambiare registro e mantenere i risultati a lungo termine, dobbiamo anche muoverci. La dieta aiuta, ma non è la soluzione.

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I carboidrati

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La realtà è che abbiamo a disposizione un’enorme quantità di informazioni sull’alimentazione e sulla nutrizione, ma spesso riferiamo concetti “per sentito dire” e non sempre siamo davvero a conoscenza di quelli basilari. Scopo di questa categoria è di approfondire i fondamenti della nutrizione in maniera semplice e discorsiva, permettendo però a tutti di comprendere argomenti di più ampio respiro.

Oggi parliamo di carboidrati, più comunemente conosciuti come zuccheri. Adorati da una parte, demonizzati dall’altra… cosa sono realmente? Che ruolo hanno nella nostra alimentazione quotidiana? Vediamone insieme qualche aspetto.

I carboidrati (o glucidi), sono – proprio come dice il nome – idrati di carbonio, in quanto i loro composti più semplici sono costituiti da carbonio, idrogeno ed ossigeno. Sono stati suddivisi in tre grandi gruppi, i monosaccaridi (come glucosio, galattosio, fruttosio), composti da singole molecole e con un sapore dolce; i disaccaridi, due molecole di monosaccaridi (come saccarosio e lattosio); i polisaccaridi, composti fino a diverse migliaia di monosaccaridi (come amido, glicogeno e cellulosa).

MONOSACCARIDI: E’ importante sottolineare anche che, in base al numero di atomi di carbonio, i carboidrati si suddividono in triosi, tetrosi, pentosi, esosi. Di questa ultima categoria fanno parte il glucosio, il galattosio ed il fruttosio, tutti monosaccaridi. Il glucosio si trova nella frutta, nella verdura, nel miele, viene sintetizzato dalle piante e accumulato come amido (per esempio nelle patate e nel grano). Il fruttosio è molto diffuso nel mondo vegetale, nella frutta e nel miele.

DISACCARIDI: Il lattosio è l’unico disaccaride di origine animale, poiché viene sintetizzato dalle cellule della ghiandola mammaria e si trova nel latte dei mammiferi, a cui conferisce il tenue sapore dolce. Può dare intolleranza. Il saccarosio è il comune zucchero da tavola, è composto da una molecola di glucosio e una di fruttosio, di cui è una volta e mezza meno dolce!

POLISACCARIDI: L’amido è lo zucchero di riserva delle piante. E' presente principalmente nei cereali, nei legumi e nei tuberi, motivo per il quale gli alimenti che ne contengono di più sono pane, pasta, patate, biscotti, cornflakes, frutta. mentre il glicogeno è quello di riserva degli animali.

Lo sapevi che... il miele contiene poco saccarosio poiché le api trasformano quello presente nel nettare dei fiori, ottenendo una miscela di glucosio e fruttosio che risulta più dolce? Per lo stesso principio, grazie al calore e agli acidi presenti nella frutta, durante la preparazione delle confetture e delle marmellate, esse risultano più dolci a cottura ultimata.

Generalizzando, i carboidrati svolgono tre importanti funzioni: una energetica, sotto forma di glucosio nel sangue e di glicogeno nei muscoli e nel fegato, sono di pronto utilizzo; una strutturale, poiché fanno parte degli acidi nucleici (DNA, RNA) e di altre molecole; regolatrice, perché servono come punti di contatto fra cellule.

A noi interessano particolarmente perché sono fondamentali nella nutrizione umana. Mediamente forniscono 4 kcal per grammo, e l’apporto maggiore nella dieta avviene sotto forma di amido (pane, pasta, riso, patate, fagioli, piselli), che è digeribile dall’organismo. La parte non assimilabile invece costituisce la fibra alimentare, importante nello stesso modo poiché dà un precoce senso di sazietà, regola le funzioni intestinali, trattiene e rilascia più lentamente i nutrienti e disintossica l’organismo diminuendo il tempo di contatto delle feci con le pareti intestinali. Costituiscono la base della piramide alimentare: questo significa che vanno consumati giornalmente, nelle modalità e nelle quantità che variano da persona a persona in base a molti parametri. Ne parleremo successivamente.

Un eccesso di carboidrati nella nostra dieta non è salutare in quanto quelli assunti in eccesso vengono trasformati in grasso, e una presenza eccessiva di glucosio nel sangue a sua volta porta a una serie di eventi negativi; d’altra parte, una carenza di carboidrati rende particolarmente difficile il rifornimento di glucosio all’organismo, soprattutto per i lavori di una certa intensità fisica e mentale.

Lo sapevi che... il solo sistema nervoso centrale necessita di circa 180 grammi di glucosio per un uomo di 70 kg al giorno per svolgere le proprie funzioni in maniera ottimale?


Bibliografia
- Cappelli, Vannucchi: Principi di scienza dell'alimentazione. Zanichelli editore.

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